Venendo da New York City, la cittadina di Monterado nella provincia di Ancona in Italia non è il primo posto dove ci si aspetterebbe avremmo piantato le nostre radici; ciò nonostante, Chris svolgeva la sua formazione culinaria a poche miglia di distanza. Monterado, che si trova nella regione Marche a soli 15 minuti di macchina dalla località balneare di Senigallia, è un paese spesso trascurato ma bellissimo. Ha un paesaggio con un po' di tutto, che va dalle montagne innevate, alle colline verdeggianti che scorrono e sgorgano direttamente nel cristallino Mare Adriatico. Chi è ignaro della località potrebbe anche pensare di essere in Toscana, ma senza l’impatto costante del turismo frenetico.
La cultura, in questa zona come in gran parte d'Italia, si basa sull’autentico rispetto della terra pur sempre utilizzandola al massimo delle sue capacità. Il fresco pescato giornaliero arriva la mattina presto dai pescherecci con un’abbondanza di crostacei, pesce spada e persino tonno locale. Solo i prodotti stagionali più freschi trovano la loro collocazione nei mercati degli agricoltori locali sparsi per le piccole città collinari. I salumi locali, come quelli di Fabriano, si sposano perfettamente con il re dei formaggi marchigiani, il pecorino, con tante varietà artigianali che decorano le botteghe. Dire che ci sono tante opzioni sarebbe un eufemismo.
La capacità di prendere parte a un processo così semplice ma pur sempre necessario è ben distante dalla nostra vecchia vita di città, dove tutto era a portata di bancomat, ma i riconoscimenti ci fanno sentire parte di qualcosa di puro.
Annidata alla base di una piccola valle si trova la nostra azienda a conduzione familiare e la nostra casa, dove troviamo gioia nel ricorrere alle tecniche tradizionali del posto per produrre olio d'oliva biologico, vino di qualità e confetture stagionali.
I 15 ettari di terreno sono suddivisi in tre parti: la prima è un uliveto di 2 ettari che conta oltre 300 giovani alberi (di circa 25 anni), che producono una varietà di olive diverse, tra cui il Leccino, il Frantoio e il Pendolino. Gli ulivi rimanenti, circa 30 alberi secolari di età compresa tra 250 e 400 anni, producono la piccola ma saporita oliva Mignola. L' ulivo più antico nella nostra terra ha più di 450 anni! Ci siamo divertiti a soprannominarlo "Ol’ Faithful”, cioè “vecchio fedele.”
Il vigneto si estende su 8 ettari di terreno e ospita quattro vitigni a bacca rossa: il Sangiovese e il Montepulciano, due dei più noti d'Italia, e due super potenze francesi, il Cabernet Sauvignon e il Merlot. 500 viti di Chardonnay appena piantate sono una gradita aggiunta al nostro Pinot Bianco, che viene utilizzato per produrre la nostra bollicina Metodo Classico.
Le nostre confetture stagionali sono prodotte grazie agli oltre 40 diversi alberi da frutto biologici, che includono albicocche, fichi, prugne, pere asiatiche e molti altri. Ci dedichiamo anche ad incorporare diverse erbe, come il rosmarino e la lavanda che crescono spontaneamente intorno alla proprietà. Accanto al frutteto si trovano circa 30 alberi di noce, che sembrano un’autentica foresta incantata di Disney. Resta sintonizzato per scoprire come incorporeremo le noci nelle nostre offerte...
Christopher Marino è nato e cresciuto a New York in una famiglia italo-americana. Si laureò all’università di Penn State nel 2000 e iniziò una carriera promettente in un fondo di investimenti privato a New York. Circa dieci anni dopo, quando scoppiò la bolla del mercato immobiliare, Chris si trovò davanti a un bivio. Vide questo evento come un’opportunità unica per riflettere su cosa avrebbe voluto dal futuro. Era chiaro che volesse passare a una professione più pratica e di cui fosse davvero appassionato, il che lo portò a intraprendere una carriera nell’ambito delle arti culinarie.
Essendo di origine italiana, scelse di studiare le Arti Culinarie Italiane all’International Culinary Center di Soho a New York e all’ALMA Scuola di Cucina di Parma. Dopo la laurea iniziò un percorso di formazione presso Uliassi, un ristorante del Sud Italia nella città costiera di Senigallia, che adesso ha tre stelle Michelin. Se solo lo avesse saputo prima…
Al suo ritorno negli Stati Uniti, Chris fece esperienza sia nel catering che all’interno di hotel di lusso. Successivamente tornò alla sua alma mater, l’ICC, come capo Chef/Istruttore, dove insegnò il classico curriculum francese e italiano e dove conobbe Marjorie al suo primo giorno da studentessa mentre intraprendeva un Diploma di Arti Culinarie Classiche.
Dopo un periodo da istruttore, decise di rituffarsi nell’industria della ristorazione lavorando come Esecutivo Chef sotto la tutela dello Chef Micheal Psilakis. La sua carriera lo portò poi a rientrare nel settore alberghiero presso uno degli hotel più prestigiosi di New York e del mondo, il Waldorf Astoria. Lavorando come Chef de Cuisine dei Ristoranti, Christopher fu responsabile del rinnovamento del famoso brunch domenicale di Peacock Alley e della reintroduzione del tè pomeridiano al Waldorf, con uno dei servizi di tè più rinomati di New York nel ristorante La Chine. Nell’inverno del 2017, quando una compagnia assicurativa cinese di nome Angbang comprò il Waldorf Astoria, fu annunciata la chiusura a tempo indeterminato dell’hotel iconico causa ristrutturazioni. Ancora una volta, Chris si trovò davanti a un bivio.
È veramente felice solo quando completamente immerso nelle sue attività – mentre coltiva, cucina, mangia, beve e respira qualsiasi cosa al mondo sia cibo o vino. Da qui la decisione, presa insieme a Marjorie, sua moglie, nonché futura madre del loro primo figlio, di fondare e gestire la loro personale azienda di olio d’oliva e vino nelle Marche – a due passi dalla stessa città costiera dove Chris fece la sua prima esperienza da neolaureato in cucina.
Marjorie è nata a Parigi da padre italo-francese e madre americana dell’Ohio – un’infanzia molto interessante. A causa della carriera aziendale del padre fece tappa a Parigi, New York, Bruxelles, Madrid e Ginevra, il tutto prima di compiere 18 anni. Marjorie iniziò il suo primo semestre Universitario all’ American University di Washington D.C, ma decise velocemente che avrebbe voluto proseguire gli studi umanistici nella Città Eterna, che aveva catturato il suo fascino. Frequentò la John Cabot University di Roma, laureandosi nel 2010 con una Laurea Triennale in scienze umanistiche.
Appena terminati gli studi incominciò a lavorare per IATA (International Air Transport Association) come analista finanziario con incarichi a Ginevra, Miami e di nuovo a Roma. Ciò le premise di colmare il gap tra il mondo delle arti a quello aziendale. Potremmo definire Marjorie come una donna di mondo con un elevata intelligenza culturale – parla quattro lingue, cresciuta nei più grandi centri culturali e ha viaggiato in ogni dove, assimilando sempre qualcosa longo il cammino. Marjorie è definite dal suo amore per la vita, dalla gioia che prova nel passare del tempo con la sua famiglia e le persone a lei care che sono sparse in tutto il mondo.
Come il suo futuro sposo, Marjorie era estremamente affezionata ai piaceri della vita: cibo e vino. Sapeva che l’aeronautica non era la strada che voleva percorrere, ha deciso una volta ancora di attraversare l’Atlantico. Ricominciando da zero con l’ambizione di lavorare nel settore eno-gastronomico. Marjorie giunse a New York nel 2013 per prendere parte all’ ICC (Centro Culinario Internazionale), dove si è imbarcata in qualcosa di completamente nuovo ma pur sempre in cuor suo familiare. A sua insaputa sarebbe stata una delle decisioni più importanti della sua vita dato ciò che stava per succedere.
Il suo passato francese la portò a studiare le arti classiche culinarie, principalmente della cucina francese, ed è li che conobbe l’insegnante che l’avrebbe conquistata. Una volta completato il programma, Marjorie si fece le ossa presso la Lupa Osteria Romana a NYC, riaccendendo il suo amore per la cucina italiana che le era stato trasmesso da sua nonna Siciliana e che aveva coltivato studiando e lavorando a Roma.
A seguito del tempo passato in cucina si sposto verso il mondo delle consulenze nel settore eno-gastronomico per poi passare alla sponda dell’organizzazione di eventi. Incominciò a lavorare presso l’ufficio eventi di un hotel boutique a Williamsburg, Brooklyn, conosciuto come il Wythe Hotel. Mentre sembrava ambientarsi bene al Wythe Hotel, coincisero due eventi molto importanti: la sua prima gravidanza, e la notizia che la sede lavorativa di suo marito stava chiudendo e che un altro trasferimento era alle porte. Cosa fare ora?
È saltata fuori la cosa giusta al momento giusto. Marjorie e Chris decisero che era il momento di avventurarsi da soli, mettere insieme tutte le sfaccettature delle loro carriere e mettere un piede fuori dalla città per abbracciare uno stile di vita più puro: coltivare il cibo e il vino che amano a dismisura.
LA STORIA DI TENUTA MARINO
Oggi Tenuta Marino si trova in quella che un tempo fu un'antica azienda agricola di famiglia che nel 1800 produceva cereali e grano. Il terreno, coltivato fin dall'antica epoca romana, è ancora considerato parte delle storiche Terre di Frattula, le terre agricole a conduzione monastica dello stato pontificio. Le Marche confinano con cinque regioni, tra cui l'Umbria, l’Emilia-Romagna a nord, l'Abruzzo a sud, la Toscana e il Lazio a ovest. Questa regione tranquilla viene visitata per i suoi spettacolari paesaggi collinari, le spiagge sabbiose, i borghi medievali fortificati, i monasteri e i castelli arroccati in cima alle colline. Tenuta Marino si trova nel comune di Monterado, in provincia di Ancona, il capoluogo della regione, città immersa nelle basse colline a ridosso del Mare Adriatico.
Gli otto ettari di terreno furono acquistati per la prima volta nel 1997 dallo svizzero Otto Schlegel, che chiamò la tenuta “Azienda La Maddalena” in onore della moglie. Il terreno fu bonificato e predisposto per la piantagione di un vigneto e due anni dopo, nel 1999, furono piantati due ettari di Sangiovese e Montepulciano. L'anno successivo furono piantati altri due ettari di terreno con Merlot, Cabernet Sauvignon e Pinot Bianco. In totale furono 17.000 le viti piantate, con una densità di poco superiore a 4.000 viti per ettaro. Tra i vini prodotti nella zona ci sono il DOC Rosso Piceno e Rosso Conero, due rossi Sangiovese/Montepulciano, oltre alle varietà bianche, Verdicchio di Castello di Jesi e Bianchello del Metauro. A causa dei confini geografici (l'azienda si trova solo all'interno della zona DOC Rosso Piceno) i vecchi proprietari decisero di creare uve IGT taglio bordolese.
Il vigneto è esposto a nord-ovest e ha un'altitudine che varia dagli 80 ai 120 metri sul livello del mare. Il terreno è prevalentemente argilloso calcareo, ricco di limo dell’Adriatico e sabbia, a causa della vicinanza alla costa. Con l'affermarsi del progetto Azienda La Maddalena, le viti furono allevate a cordone unico e potate per basse rese di alta qualità. Un nuovissimo e moderno impianto di vinificazione fu costruito da zero per accogliere tutti le esigenze di una produzione interna. Fu dotato di serbatoi in acciaio di alta gamma, torchio pneumatico, catena di imbottigliamento e una barricaia in grado di affinare 200 ettolitri di vino. Mentre l'appassionante progetto dei precedenti proprietari era un modo interessante per passare armoniosamente al semi-pensionamento, in realtà la manutenzione era troppo impegnativa da gestire e il vigneto fu messo in vendita a fine 2016. Quando Marjorie e Christopher Marino, due esperti del settore alberghiero, vennero a sapere dell'opportunità di poter affondare nuove radici in Italia, la loro storica patria, uniti dal loro desiderio di produrre vini di altissima qualità nella regione, acquisirono la tenuta nel 2017 e la ribattezzarono Tenuta Marino di Monterado.
Accanto al vigneto si trovano anche la villa di famiglia, un frutteto, un noceto e un uliveto di due ettari, che produce una monocultivar Mignola e degli oli extravergine di oliva miscelati di altissima qualità. Non appena trasferitasi, la famiglia Marino si è messa al lavoro passando rapidamente alle pratiche di agricoltura biologica con l'obbiettivo di dare un'impronta più verde al vigneto e ai terreni in cui abitano insieme ai loro due figli piccoli. Un nuovo piccolo vigneto di Chardonnay di mezzo ettaro è stato impiantato utilizzando uno stile a terrazzamento laterale Piemontese con esposizione ad ovest. Queste uve verranno aggiunte al Pinot Bianco per aumentarne la qualità e conferire una maggiore profondità allo spumante. Le tecniche di potatura dei precedenti proprietari furono notevolmente modificate, passando da un sistema di allevamento casuale ad un sistema a cordone speronato 4x2 finemente allevato, restituendo vigore alle viti e allo stesso tempo aumentando resa e qualità. La potatura verde è stata eseguita due volte durante la stagione estiva, entrambe le volte a mano.
Durante la stagione della vendemmia, le uve vengono raccolte a mano in piccole cassette e portate immediatamente in cantina per la lavorazione. A 20 anni di età le viti stanno raggiungendo uno stadio ottimale in termini di qualità e il miglioramento della tecnica di potatura ha avuto un impatto immediato per garantire piante sane e vivaci. Nella stagione invernale vengono seminate colture di copertura per rallentare l'erosione del suolo argilloso, aumentare la fertilità e aiutare a mantenere la ritenzione idrica durante l'anno. Il piccolo staff di cinque persone fa tutto il possibile per garantire che le viti siano curate in modo impeccabile, il che si nota nell'annata 2018, la prima prodotta da Tenuta Marino.
Varie modifiche sono state apportate anche all'interno della cantina stessa. Sono stati acquistati tre nuovi serbatoi in acciaio inossidabile da 80 hl l'uno e tre nuove grandi botti di legno. A seguito di una ricerca approfondita, è stato scelto il mastro artigiano Marc Grenier per creare queste botti da 15 e 30 hl, utilizzando il miglior rovere francese disponibile. queste nuove botti in rovere verranno utilizzate per affinare il vino dell'annata corrente, mentre le botti più vecchie ospiteranno il secondo giro delle nostre selezioni di riserva e parti dell'attuale Sangiovese, che eccelle nelle grandi botti di legno più vecchie. È stata creata una nuova sala di imbottigliamento integrata, il che ha raddoppiato la capacità delle strutture di conservazione del vino. Sono state acquistate 20 nuove pupitre, consentendo di eseguire il remuage a mano di una maggiore quantità di spumante. Le scelte ecologiche sono importanti per i proprietari, che si sono impegnati a ridurre le emissioni di anidride carbonica nel vigneto e non solo, hanno anche fatto la loro parte all'interno della cantina. Il primo passo è stato l'uso di tappi di sughero sostenibili a base vegetale e materiali di imballaggio riciclati, così come l'utilizzo di carta riciclata per tutti i materiali di ufficio, il materiale promozionale e la cartoleria. La cosa più significativa, tuttavia, è stato l'allontanamento da qualsiasi pratica chimica utilizzata nella produzione del vino stesso.
Il futuro si prospetta roseo per la famiglia di Tenuta Marino e l'ambizione di produrre i migliori vini marchigiani sarà presto alla portata.